"Il libro aiuta a spostare il punto di osservazione un po' su tutto, cosa indispensabile per una visione più "realistica" dell'essere, o meglio del divenire." (Domenico Crea)
Il punto di svolta è il secondo saggio pubblicato da Fritjof Capra. Scritto durante la crisi economica e sociale dei primi anni 1980, il libro vuole tracciare un parallelo tra la crisi della fisica nei primi anni del XX secolo, e l'incapacità delle società contemporanee di far fronte a problemi di portata sistemica e globale come quelli economici ed ecologici. In questo senso, Il punto di svolta prosegue l'analisi iniziata dal precedente Il tao della fisica.
Nell'analisi vengono esaminate le fondamenta della cultura occidentale, basate sul meccanicismo e sulla visione cartesiana, derivate dalle teorie di Locke, Descartes e Bacone, le quali portano alla stessa fisica classica.
La tesi del libro è che, come la fisica ha dovuto abbandonare la visione riduzionista per indagare l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande (teoria dei quanti e medicina, biologia, sociologia ed economia. Nel libro è presente una chiara denuncia alle posizioni dello stile di vita occidentale, che non rispettano né le persone né le convenzioni sociali, ma incentrano il loro interesse egoisticamente sul singolo, sia come produttore, sia come consumatore. La critica di Capra non si rivolge esclusivamente al capitalismo, ma anche al marxismo ed al socialismo.
Pur datato, il libro anticipa in effetti alcuni mutamenti di paradigma, nel senso di Kuhn, poi effettivamente verificatisi: nelle scienze cognitive, con la visione di unità mente-corpo; nelle scienze biologiche, con il crollo dell'assioma genetico che asserisce "un gene, una proteina"; nelle scienze sociali ed economiche, con l'incapacità di prevedere crisi e tracolli, come la bolla del 2001 o la crisi petrolifera nel 2005, con il greggio oltre i 70 dollari al barile, quando solo nel 2003 si parlava ancora del prezzo troppo basso del petrolio.
Anche se a volte Capra parteggia un po' troppo per la visione sistemica e olistica, tuttavia afferma da subito che il suo scopo non è ribaltare le idee comuni, ma integrare le conoscenze derivate dal riduzionismo con quelle derivanti dalle relazioni tra le varie parti.
Nell'analisi vengono esaminate le fondamenta della cultura occidentale, basate sul meccanicismo e sulla visione cartesiana, derivate dalle teorie di Locke, Descartes e Bacone, le quali portano alla stessa fisica classica.
La tesi del libro è che, come la fisica ha dovuto abbandonare la visione riduzionista per indagare l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande (teoria dei quanti e medicina, biologia, sociologia ed economia. Nel libro è presente una chiara denuncia alle posizioni dello stile di vita occidentale, che non rispettano né le persone né le convenzioni sociali, ma incentrano il loro interesse egoisticamente sul singolo, sia come produttore, sia come consumatore. La critica di Capra non si rivolge esclusivamente al capitalismo, ma anche al marxismo ed al socialismo.
Pur datato, il libro anticipa in effetti alcuni mutamenti di paradigma, nel senso di Kuhn, poi effettivamente verificatisi: nelle scienze cognitive, con la visione di unità mente-corpo; nelle scienze biologiche, con il crollo dell'assioma genetico che asserisce "un gene, una proteina"; nelle scienze sociali ed economiche, con l'incapacità di prevedere crisi e tracolli, come la bolla del 2001 o la crisi petrolifera nel 2005, con il greggio oltre i 70 dollari al barile, quando solo nel 2003 si parlava ancora del prezzo troppo basso del petrolio.
Anche se a volte Capra parteggia un po' troppo per la visione sistemica e olistica, tuttavia afferma da subito che il suo scopo non è ribaltare le idee comuni, ma integrare le conoscenze derivate dal riduzionismo con quelle derivanti dalle relazioni tra le varie parti.
Nessun commento:
Posta un commento
Avvertenze da leggere prima di intervenire sul blog.
Non sono consentiti:
- messaggi non inerenti al post
- messaggi privi di indirizzo email
- messaggi anonimi (cioè senza nome e cognome)
- messaggi pubblicitari
- messaggi con linguaggio offensivo
- messaggi che contengono turpiloquio
- messaggi con contenuto razzista o sessista
- messaggi il cui contenuto costituisce una violazione delle leggi italiane (istigazione a delinquere o alla violenza, diffamazione, ecc.)