Era l’estate del 2021. Un incendio di dimensioni bibbliche cancellò parte dell’Aspromonte. A Cardeto addirittura ci scappò il morto e solo il gesto eroico e volontario di un poliziotto scongiurò la strage.
In un mondo normale, la logica, avrebbe voluto che, chi di dovere, si fosse adoperato giorno e notte per trovare delle soluzioni, per fare prevenzione. Insomma per evitare che la cosa si potesse ripetere uguale o addirittura più violentemente.
La tutela della biodiversità, dei nostri boschi secolari ma ancor di più le politiche contro l’abbandono degli ormai spopolati borghi aspromontani, far sentire forte la presenza delle istituzioni sono le parole di cui ci si riempie la bocca durante le passerelle elettorali o durante eventi del tutto autoreferenziali che servono soltanto a sporcare di inchiostro una carta stampata ormai priva di spina dorsale.
Oggi la storia si ripete. L’Aspromonte, il Mio Aspromonte, è in fiamme. Cardeto, la Mia Cardeto, ha bruciato ed il dolore arriva fin qui.
Lo strazio di persone che vivono quotidianamente la sindrome dell’abbandono e che mai come in momenti come questo, raggiunge la sua massima espressione.
Servono azioni urgenti e straordinarie. La stagione degli incendi potrebbe non essere finita!
• Serve tenere puliti i terreni vicini alle abitazioni obbligando, pena delle multe, chi, per incuria e/o insolenza, si disinteressa.
• Serve creare dei tagliafuochi a ridosso delle strade per impedire la propagazione degli incendi.
• Serve creare dei tagliafuochi a ridosso di boschi che devono essere protetti non dai fungaioli ma dal fuoco.
• Serve spegnere il fuoco quando si può e non solo quando si avvicina alle case. Perché può essere troppo tardi.
• Serve avere un reparto speciale dei vigili del fuoco. Addestrati e di montagna. Spegnere un fuoco a Milano non è come spegnere un fuoco in Aspromonte. Mi sembra evidente.
• Serve ripristinare urgentemente la GUARDIA FORESTALE. Il territorio non si controlla dalle scrivanie. Bisogna conoscerlo e soprattutto controllarlo.
• Serve posizionare degli idranti antincendio a ridosso di tutte le zona abitate e laddove si ritiene opportuno.
• Serve, se necessario, accendere fuochi controllati durante l’inverno, per creare delle zone di controllo.
• Serve investire dei soldi per la tutela del territorio perché altrimenti ne spendiamo il doppio per le emergenze.
• Serve, più in generale, in maniera immediata e perentoria un piano antincendio di tutto il Parco Nazionale D’Aspromonte (se esiste ancora e soprattutto se esiste) e più in generale serve a tutti i comuni.
Per tutto questo serve la Politica, quella con la P maiuscola e non quella dei salotti, delle scrivanie o delle sfilate alle sagre di paese.